Repressione e arresti di militanti baschi

Due presunti militanti del gruppo indipendentista basco Eta, un uomo e
una donna, sono stati arrestati nella notte negli Alti Pirenei, sud
ovest della Francia. Fra gli arrestati c’è anche “Txeroki”, militante
basco che secondo le accuse avrebbe preso dal 2003 la testa dei
commando militari dell’Eta. Il presidente transalpino, Nicolas Sarkozy,
si è ufficialmente “rallegrato per la stretta collaborazione instaurata
fra le forze dell’ordine di Spagna e Francia”: una sinergia che di
fatto stringe ulteriormente il cappio della repressione attorno a tutto
il mondo dell’indipendentismo abertzale.


I giornali nazionali ed internazionali, battendo la notizia
dell’arresto di Txeroki, non si sono limitati all’informazione ma la
hanno infarcita, come solito, di calunnie e di insulti. Infatti hanno
parlato della questione basca come di una folle pazzia di una minoranza
governata da un partito armato, che non ha alcuna agibilità politica
sul territorio di Euskadi, per loro Txeroki diventa un “pericoloso
terrorista” della guerriglia giovanile la “kale borroka”, le azioni
sono “atti terroristici” anche se non fanno morti, anche se simbolici.
Per l’ennesima volta la stampa ci vede benissimo, distinguendo gli amici dai nemici, anche a livello internazionale.

A Belfast, intanto, un altro dirigente dell’Eta, Jose’ Ignacio "Inaki"
de Juana Chaos ,si è consegnato spontaneamente ad un tribunale inglese.
De Juana Chaos era inseguito da un mandato di cattura europeo per
“apologia di terrorismo”. L’accusa spagnola si riferisce in realtà ad
un manifesto dal titolo "Libertà per il popolo basco" nel quale de
Juana difendeva l’operato delle organizzazioni indipendentiste dopo la
sua scarcerazione, avvenuta lo scorso agosto.

 

infoaut

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