Il governo non ferma l’Onda. Bloccata la stazione a Pisa, cariche a Roma Ostiense

07.11.2007
La mobilitazione nazionale delle
facoltà ribelli porta in piazza decine di migliaia di studenti. In
molte città si mobilitano anche i medi. Manifestazioni, cortei, blocchi
e occupazioni in tutta Italia dopo le difensive "aperture" govenative
sulla riforma e la frenata sui tagli.  Alle 11 molte città risultano
già paralizzate, a Roma e Milano i concetramenti maggiori. La giornata
di oggi segna una tappa intermedia verso la grande manifestazione
nazionale del 14 novembre a Roma. A cui seguiranno due giornate di
assemblea nazionale, con tutti i soggetti delle università in lotta
riunite.

Nella città meneghina le scuole e le università,
assieme ai lavoratori della Funzione Pubblica, hanno riempito in 60.000
piazza Duomo. In testa al corteo di Milano
uno striscione dedicato ai quattro studenti dell’Agnesi denunciati a
inizio settimana per aver tentato di occupare il liceo: "Io non ho
paura. Le denunce non fermano l’onda", la piazza è stata raggiunta con
due corteo non autorizzati, bloccati più punti del traffico. La pratica
del corteo selvaggio continua a essere la cifra della mobilitazione
milanese.


A Roma
medi e universitari hanno sfilato assieme, ritrovandosi in piazza
Venezia, luogo nel quale sono confluiti tre cortei provenienti da
altrettanti concentramenti. Il corteo ha cacciato pochi fascistelli da
piazza Esedra al grido "siamo tutti antifascisti", un segno importante
arrivato dagli studenti e dalle studentesse romani dopo le provocazioni
e gli scontri della scorsa settimana. Uno striscione apre il corteo:
"Noi la crisi non la paghiamo". Decine di uova marce sono state
lanciate contro la banca Carim in via Cavour, al momento del passaggio
del corteo. Arrivati all’incrocio di viale Trastevere gli studenti
hanno deviato il corteo rispetto al previsto (ministero
dell’istruzione), indirizzando fischi e cori contro la polizia e i
carabinieri che presidiavano la sede governativa in tenuta
antisommossa."Siamo l’onda che autoriforma l’università": questo lo
striscione calato dalla balconata di ponte Garibaldi. La nuova metà:
piazzale Ostiense. Disordini con la polizia sono scoppiati nel
tentativo degli studenti e delle studentesse di penetrare nella
stazione di Ostiense, le forze dell’ordine hanno caricato e fatto
cordone davanti ai cancelli, i manifestanti hanno gridato slogan e
lanciato oggetti contro il cordone in anti-sommossa. Un ragazzo è
rimasto ferito, lo stesso per un poliziotto ed un giornalista. Il
corteo sta ora allontanandosi da piazzale Ostiense, per tornare a La
Sapienza.

 A Pisa
gli studenti hanno festeggiato un mese di occupazione del Polo
Carmignani Occupato bloccando i binari della stazione per oltre due
ore, ottenendo la promessa di un incontro con le Ferrovie Italiane in
vista della mobilitazione del 14 novembre. Alla manifestazione stanno
prendendo parte sia studenti universitari che medi. Sono stati accesi
anche numerosi fumogeni. Alla stazione presenti le forze dell’ordine in
numero ingente: più di 120 celerini, numeri inconsueti per la vittà
toscana.

"Se
ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città", da questostriscione è
stato aperto il grande corteo degli studenti e lestudentesse delle
scuole e delle università di Napoli.Da
piazza Mancini si è mossa la manifestazione, che ha bloccto
corsoUmberto causando forti disagi. Diversi gruppi di studenti hanno
affissoall’ingresso della sede dell’agenzia di lavoro interinale Adecco
edella sede regionale della Corte dei conti dei manifesti con
soprascritto: «Attenzione, generatore di crisi», transennando
simbolicamentel’accesso ai due edifici con nastri bianchi e rossi.
Successivamente uncentinaio di palloncini pieni d’acqua sono stati
lanciati contro lasede dell’Unione industriali di Napoli.

A Torino
la contro-inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico si sta
svolgendo nel piazzale davanti all’ateneo dove è in corso la cerimonia
ufficiale che apre il nuovo anno della facoltà. Una bara di cartone
nera con la fascia tricolore e la scritta ‘Studenti e dipendenti
affranti’ con davanti due lumini con i santini del premier Silvio
Berlusconi e del ministro Giulio Tremonti e l’annuncio mortuario che
recita "Si e’ spenta in data 6 agosto 2008 l’università causa legge
133. Ne danno il triste annuncio gli studenti tutti e i dipendenti". Un
corteo di centinaia di persone è partito dal polo umanistico, da
Palazzo Nuovo Occupato, per portare solidarietà ai politecnici,
bloccando più punti della città, lasciando alcune note e ricordini
all’insegna del motto "Noi la pagheremo noi la vostra crisi!": davanti
la banca Antonveneta di via Cernaia il corteo si è fermato per ribadire
il concetto, accendendo fumogeni, alternando interventi e attacchinado
sui vetri della banca. Tanta la solidarietà e l’appoggio trovato lungo
la strada: dalle persone al mercato come dagli studenti affacciati alle
finestre delle scuole.

Cagliari un
corteo di 5000 studenti universitari e delle mediesuperiori ha
attraversato le vie del centro cittadino, concludendosi inpiazza San
Cosimo. Una buona mobilitazione cittadina, che segue allediverse
occupazioni effettuata la scorsa settimana in università.


Corteo anche a Cosenza,
aperto dallo slogan assunto a livello nazionale dal movimento no
Gelmini: "Noi la crisi non la paghiamo". Protesta che ha visto
confluire in piazza studenti dell’università e delle scuole superiori
cosentine, che ha visto però anche la partecipazione, sotto forma di
delegazioni, di studenti di Messina, potenza, Reggio Calabria,
Catanzaro.

A Palermo
è sfilato anche li un corteo studentesco, organizzato dall’Assemblea No
Gelmini, che si è spinto fin dentro l’atrio del rettorato
dell’università, occupandolo simbolocamente. Ciò segue l’irruzione
compiuta dagli studenti e dalle studentesse universitari fatta nella
giornata di ieri alla conferenza dei rettori svoltasi nella città
siciliana.

L’onda anomala day dell’università ha visto tante
altre città scendere in piazza, con lezioni all’aperto e cortei. Anche
Macerata si è mobilitata contro la "controriforma Gelmini": 2000 gli
studenti in piazza. A Messina invece è stato occupato il rettorato
dell’università.

 

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