LA PRECARIETA’ CORRE SUL FILO

Milano, 6 marzo 2008 – Un’importante iniziativa ha riunito questa mattina lavoratori e lavoratrici dei call-centers di fronte all’Ecare, una delle società di punta nei servizi di outsourcing (esternalizzazione) dei lavori customer care
quali sono appunto quelli erogati dai tanti e tante centraliniste e
operatori telefonici che in questi centri dello sfruttamento
post-fordista erogano lavoro ed energie.

L’iniziativa ha messo
assieme i fili dispersi dei diversi contratti in cui oggi viene
gerarchicamente organizzata questa forza-lavoro: presenti lavoratori
della Wind, di Sesto san Giovanni, ex (perché licenziati) dipendenti
dell’Ecare, sindacati di base, chainworkers e adepti di sanprecario…
Tutti insieme per demistificare la retorica comunicativa di un settore
che si vende e mette in mostra come emblema del nuovo e di un lavoro
"immateriale" con ricadute molto materiali: problemi al meta-carpo,
alla vista, all’udito, uso di psicofarmaci…etc

TELECOMUNICAZIONI: in un settore di grandi profitti e di spese
pubblicitarie esorbitanti, di cessioni di ramo d’azienda a colazione,
di trasferimenti e di salari da fame a pranzo e a cena precarizzare il precarizzatore si può!

Per maggiori info ed un po’ di storia sul movimento de* lavorator* dei call-centers:
Sito Internet: colsenter.noblogs.org/

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